Dopo un 2018 decisamente negativo, i mercati finanziari registrano delle performance decisamente eccellenti dall’inizio del 2019. A causare, lo scorso anno, un vero e proprio shock sui mercati finanziari, fu la decisione dell’amministrazione americana, guidata da un battagliero Donald Trump, di infliggere pesanti dazi commerciali alla Cina, ovvero il secondo più importante player finanziario, dopo gli stessi Stati Uniti, nel mondo economico. Una scelta, quella del magnate a stelle e strisce, che ha provocato ondate di vendite su qualunque mercato, dall’azionario all’obbligazionario, di qualsiasi settore. Di fatto, nessun comparto ha chiuso gli ultimi sei mesi con un segno positivo.
Secondo semestre 2018, i dazi di Trump provocano un pesante arretramento dei mercati
Una scelta, quella di Trump, osteggiata anche dal mondo finanziario di Wall Street, che aveva ben presente come indebolire un partner come quella cinese fosse deleterio non solo per l’economica del paese asiatico, ma anche per quella mondiale e statunitense. D’altro canto, il mercato mondiale è estremamente interconnesso, al punto da definirsi, ormai da alcuni decenni, “globale“. Una definizione decisamente propria. I dazi commerciali imposti da Trump, di conseguenza, hanno creato un vero e proprio panico, dando vita ad una ondate di vendite su scala mondiale, anche se l’economia globale, nonostante una crescita meno forte del previsto, riuscì a crescere discretamente.
In quel contesto, svariati investitori, sopratutto quelli abituati a compiere operazioni “short”, hanno deciso di veicolare alcune piccole somme al mondo del divertimento. Ed in tal senso, tutti i casino online con jackpot legalmente riconosciuti dall’AAMS, e quindi sicuri, hanno rappresentato un vero e proprio svago per sfuggire dalla tempesta dei mercati finanziari, grazie anche alle stuzzicanti vincite che questi siti, spesso, sono in grado di offrire ai propri utenti. Anche oggi, memori delle vincite e del divertimento provato lo scorso anno, diversi trader mantengono attive le loro posizioni in questi portali, dove si rifugiano per trascorrere un’ora di spensieratezza e relax. Ma lo scenario finanziario, fortunatamente, è radicalmente cambiato.
Un 2019 fin qui spumeggiante, ma esistono le condizioni per uno storno di fine anno?
Da inizio anno, infatti, i mercati virano con corposi segni positivi, sia sui mercati azionari che obbligazionari, grazie ad una decelerazione sul tema dazi da parte di Trump, che li ha imposti in modo decisamente più morbido rispetto a quanto inizialmente paventato. Anche se l‘incubo di un Tweet inatteso del presidente americano, solito rendere noto i destini del mondo tramite la celebre piattaforma social, non fa dormire sonni tranquilli agli operatori finanziari. E sarà così, probabilmente, sino alle elezioni americane del prossimo anno.
Una ritrovata apparente serenità, quindi, che ha agevolato, e non poco, le ottime performance sui mercati finanziari, spinti, specie su quello obbligazionario, da alcune mosse di politica economica delle banche centrali, in primis quella europea. Mario Draghi, come ultimo atto del suo mandato in seno alla BCE, ha deciso di tagliare i tassi e riproporre, nuovamente, il Quantitative Easing, in modo da drenare liquidità sui mercati e cercare di sostenere la ristagnante economia europea, che negli ultimi mesi ha visto frenare, bruscamente, la locomotiva tedesca.
Le mosse del banchiere italiano potrebbero risultare preziose per contenere anche eventuali ricadute sul tema Brexit. Dopo tre anni, la Gran Bretagna dovrebbe rendere note, definitivamente, le modalità dell’uscita dall’Unione Economica europea. Una decisione, fin qui, continuatamente rimandata, che lo scorso anno, al culmine di alcune tragicomiche sedute alla Camera dei Lords degne della peggior repubblica della banane, ha provocato le dimissioni di Theresa May.
Oggi, alla guida del governo britannico siede un conservatore come Boris Johnson, uomo ruvido e grezzo, un politico da sempre estremamente favorevole all’uscita, anche dura, del Regno Unito da Bruxelles. Una “hard brexit“, di conseguenza, non è uno scenario inimmaginabile, ma un’opzione decisamente concreta. Pur non rappresentando un motivo di un tracollo dei mercati, un “no deal” potrebbe causare uno storno, seppur momentaneo, sugli stessi. Qualora si verificasse un simile scenario, agli investitori è consigliabile mantenere il sangue freddo. E lasciare che passi la tempesta prima che torni a splendere il sereno.