Si parla di malasanità per indicare uno o più episodi medici che provocano un danno al paziente. Possiamo più tecnicamente definirla come un comportamento di negligenza e non curanza del medico o dell’ospedale, di cui si potrebbe rispondere davanti al giudice. Ovviamente questo qualora il soggetto leso avanzi una richiesta risarcimento danni malasanità.
Un caso di malasanità comporta la responsabilità di uno o più membri di una equipe ospedaliera che in corso di diagnosi, terapia o intervento danneggiando il paziente in questione. Questa circostanza viene definita dal nostro ordinamento come responsabilità medica, perché strettamente correlata all’operato del professionista e perché talmente grave da provocare una lesione permanente o addirittura la morte ad un paziente.
Gli ambiti di applicazione del danno da malasanità
Si può parlare di casi di malasanità in moltissime circostanze, ad esempio nell’ambito dell’igiene, dell’organizzazione ospedaliera, della struttura, dell’attenzione del personale, della competenza di medici ed infermieri e così via. Da ciò ne consegue che non possiamo circoscrivere il contesto di applicazione a poche situazioni, ma occorre una visione a 360 gradi della medicina per parlare di responsabilità medica. Il tutto anche nel rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo, come quello alla salute, tutelato sia nella nostra Costituzione (art. 32) sia nelle norme UE.
Qualche caso concreto
Per capire fino in fondo il concetto di malasanità riportiamo di seguito alcuni esempi, atti a dimostrare la gravità della responsabilità medica. Per quanto attiene al caso italiano, la malasanità ricorre più spesso nei reparti di chirurgia e di ginecologia. Si pensi ad esempio a donne che durante il parto prendono infezione o perdono la vita, o ancora a pazienti a cui vengono sbagliati gli interventi o a cui vengono lasciati ferri e residui nella ferita causando infezioni. Questo vuol dire che i casi di malasanità si palesano soprattutto in quelle situazioni di scarsità dell’igiene, o di superficialità del personale sanitario.
Da malasanità a responsabilità medica
Ma quando una situazione di malasanità sfocia in casi di responsabilità medica? Ovviamente quando il comportamento errato del medico è la causa del danno arrecato al paziente. Quest’ultimo che potrebbe ritrovarsi dall’oggi al domani con una lesione irreversibile, o con un danno considerevole, può pertanto adire le autorità competenti per vedersi riconoscere un equo compenso.
Da questa situazione, oltre un considerevole smacco economico, può scaturire anche un ulteriore problema per il medico colpevole, ovvero viene compromessa la sua credibilità e di conseguenza la sua carriera.
A volte capita infatti che il personale sanitario, per evitare che la loro carriera cada a picco, applica una cosiddetta medicina difensiva, ovvero richiede esami su esami al paziente per avere “le prove” che magari un determinato problema di salute fosse presente a monte. Vero è che con il DDL Gelli del 2017 si è cercato di snellire i procedimenti giudiziari favorendo la conciliazione, ma è vero anche che con i casi di malasanità non si scherza, perché ne va della salute dei pazienti.
A chi rivolgersi in caso di malasanità
Se ti stai domandando a chi bisogna rivolgersi in caso di malasanità, il consiglio è di rivolgersi a qualcuno che abbia esperienza nel settore, che sappia trattare il delicato caso agendo legalmente in modo corretto. Di solito infatti sarebbe opportuno porre in essere un’azione civile e non un’azione penale contro strutture ospedaliere e medici.
Ad ogni modo sono molti gli studi legali che trattano i casi di malasanità riuscendo ad ottenere il migliore risarcimento per i propri clienti. Sebbene un compenso in danaro non possa risolvere i problemi di salute, il danno biologico patito viene tutelato dall’ordinamento italiano, che si è ripromesso di dare tutto il supporto possibile per far sentire il paziente e la sua famiglia tutelato sotto ogni fronte.